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La germinazione di fagioli e fagiolini in coltura protetta

06 Apr

Complice il fatto che gli amici finalmente stanno per levare le tende (l’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza) potrò avere di nuovo tempo da dedicare alla terra; volevo per questo mettervi al corrente di un esperimento che ho iniziato poco prima delle feste, stufo di vedere grossi vuoti fra le mie linee di fagioli e fagiolini là dove i semi si sono persi…

Semplicemente mi sono chiesto: perché non provare a farli nascere in coltura protetta e poi trapiantarli? Mia nonna non ci avrebbe mai neppure pensato, a me che piace sperimentare, invece…e il risultato è stato davvero soddisfacente ;).

Dunque, per prima cosa vi servirà un ambiente più favorevole alla germinazione del pieno campo: qualsiasi tipo di vaschetta alta 4-5 cm andrà bene, quelle rotonde del formaggio da tavola, quelle quadrate dei biscotti, quelle ovali del filadelfia…siate creativi cazzo!

  • l’importante è che, qualsiasi vaschetta scegliate, abbiate cura di praticare fori sul fondo con l’aiuto di un punteruolo (senza naturalmente sventrare la vaschetta stessa) in modo da garantire scolo d’acqua.
  • se possibile prediligete vaschette bianche, in modo che la plastica non concentri troppo il calore nella terra…

Ora riempiamo la vaschetta con terriccio universale per piante (vi consiglierei un substrato abbastanza sciolto,nello specifico, quindi prediligete terricci non troppo compatti, ché il seme di fagioli e fagiolini ricade nella categoria dei clienti difficili da accontentare. Il PH dovrà essere tra 5.5 e 6.5, i titoli di N, P, K nel range dei 200-600 mg/lt) fino ad una distanza di mezzo centimetro dal bordo, quindi ricaviamo dei piccoli buchetti con la punta delle ditine, ad una distanza di 3-4 centimetri uno dall’altro, abbastanza superficiali (ma non tanto da fare in modo che il seme rimanga scoperto!) e lasciamo cadere un fagiolo in ciascuno.

fagiolini_vaschetta1

Fagioli borlotti nani Lingua di Fuoco: manco li avessi messi giù con squadretta e righello…:P

Copriamo ora, pressiamo leggermente la terra e diamo acqua: in questa prima fase dovremo bagnare il terriccio in profondità, successivamente ne somministreremo di meno per evitare di far marcire i virgulti; se il terriccio è bello leggero vedremo l’acqua in eccesso sgrondare dai buchi sul fondo. La vaschetta così preparata andrà coperta con un vetro ed esposta al sole, con l’accorgimento di spostarla in mezzombra nelle ore centrali della giornata se il clima diventa troppo caldo, e tenerla in casa se viceversa le temperature si abbassano (come di notte) per non bloccare lo sviluppo.

  • potete valutare di ficcare tutto quanto in serra o semenzaio, e dimenticavene: l’atmosfera del luogo favorirà la germinazione pur non avendo esposizione diretta ai raggi solari.
  • se la vaschetta è nera il pericolo di cottura in terra del seme è concreto: riparatela se la faccenda diventa rovente!
  • nell’articolo sui consigli di germinazione avevo detto di tenere il vaso coperto da vetro, in abbinamento all’irrigazione superficiale con spruzzino; dall’esperienza che sto avendo in questo caso specifico, invece, vi consiglierei di non coprire la vaschetta dato che i semi sono più profondi, le quantità d’acqua in gioco, maggiori (spruzzando semplicemente in superficie non ne daremmo abbastanza da innescare la germinazione) e il fagiolino teme fortemente l’umidità eccessiva. Di conseguenza ci toccherà controllare più di frequente il grado di umidità della terra (mediante soppesatura del vaso) ed intervenire quando necessario, sempre e comunque con moderazione: piuttosto che darne troppa, non diamola!

Tenendo presente che il fagiolino ha una germinabilità medio-bassa (30-60%, ecco perché sulle bustine consigliano di mettere due o tre semi per buchetto, quando seminiamo in pieno campo!) nel giro di pochi giorni, se i semi sono buoni, vedremo germinare i virgulti, e dovremo per forza di cose spostare la vaschetta nella serra perché mantenere al sole diretto causerà bruciature alle foglie tenere. Continueremo ad irrigare quando la terra diventerà secca (cercando di non far cadere direttamente l’acqua sui virgulti ancora in germinazione)  e passeremo al trapianto dopo due settimane circa dalla germinazione (se la vaschetta è trasparente vedremo l’intrico delle radici sul fondo e sapremo che è ora; in alternativa guardiamo le foglie: devono esserci i cotiledoni e almeno due altre foglie romboidali grosse un pollice).

In questo caso, tocca attendere ancora un bel po' prima di poterli trapiantare...però è una soddisfazione vederli, non credete? ^_^

Questi qui invece sono fagiolini mangiatutto Bolero seminati il 29/3: tocca ancora attendere prima di trapiantarli, però è già una soddisfazione vederli tutti a rapporto, non trovate? ^_^

La modalità di gestione è un po’ diversa da quella mostrata nell’articolo d.d per evitare di tagliare le radici (che nel caso dei legumi sono importanti, nel senso di grosse e numerose sin da piccoli) noi non estrarremo i virgulti con il coltello ma sformeremo la vaschetta e deporremo il pane di terra intero in un sottovaso pieno d’acqua: in questo modo si districheranno da soli e noi non dovremo fare altro che prelevare i singoli e disporli nelle linee in pieno campo (distanza indicativa fra le piante: 5-10 cm; distanza fra le file: 30-40 cm, così possiamo pure ricavare il solchetto per l’irrigazione).

Il procedimento seguito fino a qui è più lungo della semina diretta in pieno campo, ma vi garantirà una mortalità minore ed una migliore sopravvivenza delle pianticelle, che arriveranno già preparate al loro impatto con l’ambiente non protetto ;) oltre ad una messa in opera della coltura decisamente più veloce, che vi consentirà di effettuare semine a scaglioni per tutto il mese di Marzo, Aprile e Maggio (se siete a latitudini tali per cui il clima è mite fino ad Ottobre).

  • l’approccio si applica bene anche ai piselli, per i quali tuttavia vi suggerisco di armarvi di vaschette più grandi (vanno bene i recipienti dei pescivendoli di polistirolo, che potete andare a raccattare nelle zone di mercato, oppure costruirvi un semé inchiodando quattro assi da mezzo metro ciascuno in quadrato, e provvedendo un fondo, anch’esso di assi, e naturalmente bucherellato) ma soprattutto di tanta, tantissima pazienza visto che le quantità in gioco tendono ad essere considerevoli (sopra il centinaio di semi è quasi sicuro)
  • la coltivazione di fagioli e fagiolini può avvenire con successo anche in vaso, su terrazzo, posto di avere un volume e un’area abbastanza grandi (almeno 50 LT in vasche larghe, alte almeno 40 cm, per sostenere una produzione di una decina di piante)

Alla prossima!

 
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Pubblicato da su 6 aprile 2015 in Agricoltura, Colture, Cose utili

 

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2 risposte a “La germinazione di fagioli e fagiolini in coltura protetta

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