Al momento ho due titoli in sospeso da leggere: Hunger Games della Collins, e Primus, l’uomo che sognava di vivere gentilmente inviatomi dall’autore Massimo Valentini. Il libro oggetto della recensione lo (ri)lessi mesi addietro, poi per una cosa o per l’altra lasciai in sospeso la recensione che vado adesso a pubblicare. Sarà una recensione corta, come per tutti i titoli verso i quali nutro ammirazione incondizionata.
Dunque dunque, quanti di voi sono appassionati di Stephen King? Io personalmente adoro i suoi lavori degli anni ’70-’90 anche se ultimamente l’ho un po’ perso di vista: è diventato commerciale, per usare un termine del mondo della musica, ed è un vero peccato perché fino a tre-quattro decadi addietro i suoi libri erano pezzi da novanta, mai perfetti al 100% nello stile (ne Il Talismano ad esempio, altro capolavoro visionario, di frasi e costruzioni infelici ce ne sono un bel po’) ma capaci di staccarti – scollegarti – dalla realtà. Sarà perché li lessi da ragazzino, ma è a loro che associo il mito del Re dell’horror (anche se io penso che una volta passata l’età della ragione nessun libro possa più farti cagare in mano).