Una brutta bestia, la speranza. Qualcosa che non vuole stare morto…neanche morto. Qualcosa che non vuole saperne di morire.
Non so perché sto ancora facendo quello che faccio; quest’anno ci sarà una nuova edizione del tirocinio formativo attivo, l’ennesimo sbarramento che il MIUR ha messo davanti a chi, laureato – e quindi per definizione, preparato – desidera intraprendere la carriera di insegnante. Mi hanno già respinto una volta nell’edizione di due anni fa, eppure adesso ho intenzione di provare a prepararmi ancora, ovviamente buttandoci dentro almeno 200€ tra tassa di concorso e materiale.
Perché?
Non so perché sto ancora facendo quello che faccio; avrò inviato il mio materiale a cinquanta editori, eppure appena ho un po’ di tempo (e spesso e volentieri me lo creo, il tempo) torno a scrivere (a proposito, ho un altro racconto in sospeso, di nuovo un western. Credo che mi piaccia il genere). Molto probabilmente nessuno mi noterà mai, non sono fortunato io – ciao Licia! ^_____^ – ma continuo a farlo anche se la salute del mio fegato e delle mie coronarie non ne trae certo giovamento.
Perché?
Non so perché scrivo qui, ma continuo, forse voglio essere notato, non lo so. Non so neppure perché non lascio che le cose inizino a scivolarmi addosso come ho pensato di fare più di una volta. Tutta colpa della speranza, credo.
Una brutta bestia la speranza. Nel frattempo mi sto rovinando la vita, consapevole che nemmeno quest’anno ci saranno vacanze al mare, sole e sabbia e divertimento, studiando cose che non mi danno più alcuno stimolo. Probabilmente per aver quello che voglio dovrei diventare uno scrittore di successo…ma come? Intendiamoci, io sarei anche disposto a dare il culo (non disponendo purtroppo di una fica) per la causa, dato che poi, una volts ottenuto quel che voglio, chemmifrega se mi hanno sfondato? …ma a quanto pare la dose di fortuna disponibile è già andata (ciao Licia! ^_^) e non ci sono culi che tengano.
Dio sa quante decine di case editrici contattate, ore di tempo speso, speranza impiegata, ore di sonno bruciate, minuti tolti agli obiettivi del futuro prossimo, giornate destinate invece che alla terra a obiettivi vaghi, insonnia nervosismo e male di fegato…
…perché per dirne due, hanno pubblicato Susanna Tamaro e Licia Troisi e Federico Ghirardi e G. L.D’Andrea e Alessia Fiorentino e Chiara Strazzulla con romanzi d’esordio ugualmente detestabili? (vabbè che poi la prima, dopo “La testa fra le nuvole”, ha imparato a scrivere e ci ha regalato capolavori del calibro di “Và dove ti porta il cuore” ma…) cos’hanno loro più di me? Quali geni della buona sorte hanno che io non ho? E come faccio a comprarmeli? Ma la domanda vera a mio parere è:
…perché io no?

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